Il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, insieme al Ministero delle Finanze, recentemente hanno collaborato per dare nuovo sostegno alle lavoratrici neomamme.
È stato introdotto, mediante un apposito Decreto (252/2016), un contributo che permetta di avere un concreto apporto economico durante il primo periodo di vita del neonato.
Infatti, le madri lavoratrici dipendenti, autonome e imprenditrici (in qualsiasi settore lavorino), avranno la possibilità di avanzare la richiesta di poter usufruire del nuovo metodo contributivo recentemente previsto, in alternativa al congedo parentale, al termine del periodo coperto dall’indennità di maternità e nei tre mesi successivi, oppure per un periodo massimo di tre mesi entro il primo anno di vita del bambino. Viene concesso, nella misura massima di € 600,00 al mese, una somma di denaro utilizzabile sia per il pagamento del servizio di baby-sitting sia per la fruizione di servizi pubblici e privati preposti all’infanzia.
Qualora si voglia usufruire di questa opportunità, la procedura prevede che la donna interessata presenti domanda sul sito dell’INPS entro il 31/12/2016, indicando quale delle due opzioni preferisca (baby-sitting, oppure rete pubblica o privata di servizi accreditati per l’infanzia) e per quante mensilità. La durata del congedo parentale, elevato ad un massimo di 9 mesi (art. 69 del decreto legislativo n. 151/2001), verrà conseguentemente ridotta di un mese per ogni mese nel quale verrà utilizzato il contributo. Se si è optato per l’uso del contributo per il servizio di baby-sitting, andranno richiesti all’INPS entro 120 giorni e mediante gli stessi canali telematici, una volta avuta la risposta di accoglimento della domanda, i voucher necessari per i pagamenti.
Nel caso in cui si scelga di usufruire dei servizi per l’infanzia la richiedente è tenuta a verificare, prima di compilare la richiesta, la disponibilità dei posti nelle strutture pubbliche e private.
La procedura prevede, inoltre, un tetto massimo di risorse pari a 2 milioni di euro per i contributi; le domande, invece, potranno essere corredate anche dell’ISEE (indicatore della situazione economica equivalente del nucleo familiare di appartenenza), al fine di certificarne la necessità.
Non è possibile avanzare richiesta per coloro che: già risultino esenti dal pagamento della rete di servizi pubblici o privati convenzionati, o siano beneficiari del Fondo relativo ai diritti e alle pari opportunità.
Nell’ipotesi in cui i diritti di cui sopra vengano riconosciuti successivamente alla presentazione della domanda all’INPS e si siano ricevute le somme, queste non andranno restituite, e la lavoratrice decadrà dal beneficio il giorno successivo al riconoscimento dell’esenzione.
La nuova soluzione di sostegno alle famiglie è di certo un valore aggiunto al riconoscimento dell’impegno che le nuove generazioni mettono nel conciliare la propria vita lavorativa e personale, dando rilievo allo sviluppo della persona in tutte le sue sfaccettature.
Dott.ssa Elisa Panunzi