Recenti pronunce della Suprema Corte di Cassazione, hanno posto l’accento su una problematica oggetto di diverse dispute in ambito giuridico: il riconoscimento di una remunerazione per il periodo di specializzazione dei medici dagli anni 80/90 fino al 2006.
Al centro della vicenda le diverse Direttive europee succedutesi negli anni, che riguardano sia la libera circolazione dei medici all’interno dello spazio europeo sia il riconoscimento reciproco, all’interno degli stati, di Lauree e certificati di formazione.
In un primo momento il nostro Paese non si è armonizzato con la normativa comunitaria e questo atteggiamento, mantenuto per diverso tempo, è stato più volte sottolineato nei ricorsi presentati nei Tribunali di merito e successivamente in Cassazione. Un ulteriore problema, è stato il timore, avanzato dai potenziali ricorrenti, di non poter più intervenire per vedersi riconosciuto il risarcimento, per effetto dell’istituto della prescrizione (fenomeno che porta all’estinzione di un diritto soggettivo allorquando il titolare non lo eserciti nel tempo previsto dalla legge).
Attualmente, data la mole di ricorsi che negli ultimi anni ha visto protagonisti numerosi medici avverso il Ministero dell’ Istruzione e della Ricerca, è in discussione in Senato un nuovo Disegno di Legge (nello specifico il n. 2400), in cui si chiarisce la portata dei relativi risarcimenti e delle modalità di erogazione degli stessi.
È stata prevista la corresponsione di un importo pari ad € 11.000,00 (onnicomprensivi, escludendo interessi legali e rivalutazione monetaria non previsti) per ogni anno di specializzazione per coloro che appartengano agli anni 1978/1979 (iscritti), specializzati non prima del 1982/1983 e fino al 1991/1992. La procedura prevede che, qualora venga approvato il disegno di legge, il Ministero del’istruzione, dell’università e della ricerca, abbia 30 giorni per stabilire con decreto le modalità di presentazione dell’istanza da parte degli interessati ed il termine entro il quale presentarla.
Ulteriore metodo adottabile è quello, sulla base di una scelta individuale, di tramutare la remunerazione in periodi di contribuzione figurativa, attribuibili mediante il versamento da parte del Ministero agli entri di riferimento (ENP AM o INPS). Qualora i medici fossero già in pensione, le somme spettanti andrebbero ad integrare la pensione già percepita.
Per i medici specializzandi del periodo 1993/2006, l’indennizzo, pari ad € 10.000,00 (onnicomprensivi, escludendo interessi legali e rivalutazione monetaria non previsti) per ogni anno di specializzazione, andrà riconosciuti per coloro che abbiano presentato domanda giudiziale per il riconoscimento retroattivo delle previsioni contenute nel decr. lgl. n. 368/1999, nella Legge 13/2007 e nel decr. lgl. 206/2007, così come in riferimento al mancato recepimento delle Direttive europee.
La normativa esaminata è molta e anche confusa, ma quello che di certo è chiaro, è la possibilità per i medici di vedersi ricompensati per gli anni di duro lavoro prestato per accrescere la propria professionalità e poter svolgere al meglio il proprio impiego.
Dott.ssa Elisa Panunzi