Lucia. 72 anni.
Da 53 a San Benedetto.
Una
delle tante, piccolissime, frazioni di Amatrice.
Durante la scossa del 30 ottobre, stava facendo la pasta a casa. Perchè la domenica, dice, io la devo fa’ la pasta.
È stata per dieci giorni a dormire in macchina.
Poi, “visto che non era vita da campà”, ha preso i risparmi e si è comprata una casetta, vicino alla stalla.
Perché le bestie devono essere curate.
Ci dice che “non è semplice rialzarsi” e che Amatrice ricostruita “beata a chi la vede”.
Il terremoto ha travolto la quotidianità di questa gente.
Ha spesso mandato in fumo “tutti li sudori di una vita”
Ha lasciato i loro paesini deserti.
L’impegno delle istituzioni deve essere quello di garantire a queste persone il ritorno ad una vita degna; ad una quotidianità fatta di cose semplici.
Cose semplici di cui, ora, si sente tanto il bisogno.